lunedì 22 febbraio 2010

Gli Occhi Giusti



Con un pò di fortuna, la sua vita sarà rovinata per sempre.
Pensando che proprio dietro una porta, in tutti i suoi bar preferiti, uomini con camice rosse di lana,
provano sballi incredibili con cose che lui non conoscerà mai.


Strani ricordi in quella nervosa notte a Las Vegas. Sono passati cinque anni? sei?
Sembra una vita. Quel genere di apice che non tornerà mai più.
San Francisco e la metà degli anni 60 era un posto speciale, un momento speciale di cui fare parte.
Ma nessuna spiegazione, nessuna miscela di parole,
musica, ricordi poteva toccare la consapevolezza di essere stato la vivo.

In quell'angolo di tempo e di mondo, qualunque cosa significasse.
C'era follia in ogni direzione, ad ogni ora. Potevi sprizzare scintille dovunque.
C'era una fantastica, universale sensazione che qualunque cosa facessimo fosse giusta.
Che stessimo vincendo. E quello credo, era il nostro appiglio.

Quel senso di inevitabile vittoria sulle forze del vecchio e del male.
Non in senso violento o cattivo. Non ne avevamo bisogno.
La nostra energia avrebbe semplicemente prevalso, avevamo tutto lo slancio,
cavalcavamo la cresta di un'altissima e meravigliosa onda.

E ora meno di cinque anni dopo, potevi andare su una ripida collina di Las Vegas e guardare a ovest,
e con il tipo giusto di occhi, potevi quasi vedere il segno dell'acqua alta.
Quel punto dove l'onda alla fine si è infranta ed è tornata indietro.