sabato 27 marzo 2010

Un Centimetro

http://img710.imageshack.us/img710/8122/ryaff8p3.jpg 

Non so cosa dirvi davvero. 3 minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto di decide oggi.
Ora noi, o risorgiamo come squadra, o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta.
Siamo all'inferno adesso signori miei, credetemi e possiamo rimanerci,
farci prendere a schiaffi oppure aprirci la strada lottando verso la luce.

Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi, sono troppo vecchio.
Mi guardo intorno vedo i vostri giovani volti e penso,
certo che ho comesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare.
Si perchè io ho sperperato tutti i miei soldi che ci crediate o no, ho cacciato via tutti quelli che mivolevano bene,
e da qualche anno mi da anche fastidio la faccia che vedo nello specchio.
Sapete col tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita.

Però lo impari solo quando quelle cose le comincia  perdere, e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perchè in entrambi questi giochi, al vita e il football il margine di errore è ridottissimo.
Capitelo, mezzo passo fatto un pò in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate.
Mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa.

Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi,
ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo.
In questa squadra si combatte per un centimetro,
in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro.

Ci difendiamo con le unghie e coi denti per un centimetro.
Perchè sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri
il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
La differenza fra vivere e morire.

E voglio dirvi una cosa, in ogni scontro è colui il quale che è disposto a morire che guadagnerà un centimetro.
E io so che se potrò avere un'esistenza appagante sarà perchè sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta li, in questo consiste. E' in quei 10 centimetri davanti alla faccia.

Ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi.
Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vederete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo o saremo annientati individualmente. E' il football ragazzi, è tutto qui. Allora, cosa volete fare?



venerdì 26 marzo 2010

Bronko Nagurski

http://img231.imageshack.us/img231/4479/43951379.jpg 

Quando era gia vecchio e in pensione da 6 anni, i Bears lo richiamarono come rimpiazzo,
all'ultima partita della stagione giocarono contro i concittadini Cardinals, loro nemici giurati.
I Bears dovevano battere i Cardinals per vincere il campionato. Nagurski non doveva giocare. Era il Terzo Fullback.

Ma nel primo tempo il titolare si infortunò, nel secondo tempo ci fu una mischia.
Se tuo padre adesso fosse qui, ti direbbe che era spaventato, che era terrorizzato. Avevo paura, anch'io, l'avevamo tutti. Volevamo un miracolo lo capisci? Noi volevamo che fosse com'era il vecchio Bronko Nagurski.
Volevamo che fosse com'era una volta, com'era ai vecchi tempi.

Il quarterback gli passò la palla, Nagurski corse piano verso la linea.
I Cardinals lo seppellirono, ma in qualche modo, chissà come, guadagnò qualche iarda. La giocata dopo lo stesso e via così. Gli altri continuavano a passare la palla al vecchio e, i Bears cominciarono ad avanzare sul campo: 5 iarde, 10 iarde, altre 7. Se lui riusciva a segnare, potevamo vincere di nuovo il campionato.

Lo sai cosa fece tuo padre in quel momento Bobby?
Scattò in piedi e si mise a urlare come tutti noi, non riuscivamo a credere a quello che succedeva in campo.
Era il nostro miracolo capisci? Perchè lui arrancava, Bronko Nagurski arrancava verso la linea di fondo e quelli gli si ammucchiavano addosso, facevano di tutto per fermarlo.

Ma niente potè fermarlo, non quel giorno.
Non quando io e tuo padre vedemmo il miracolo, quando il vecchio ci fece vincere.
Lui segnò, lui segnò per noi. Eravamo di nuovo campioni. Si e poi se ne riandò, su al nord da dove era venuto.
Bronko Nagurski.



Deserto


 http://img180.imageshack.us/img180/1023/21485599.jpg

Ci sono un fottio di buche nel deserto, e in quelle buche sono seppeliti un fottio di problemi.
Solo che lo devi fare bene, insomma devi avere gia scavato la buca prima di presentarti con un pacco nel portabagagli,
se no si parla di scavare per mezz'ora, 45 minuti, e chi lo sa chi si può presentare nel frattempo.
In 4 e 4 8, ti tocca di scavare altre buche e cazzo ci puoi restare tutta la notte.



martedì 23 marzo 2010

Avidità

http://img143.imageshack.us/img143/1044/bfk1dvs6.jpg 

Il punto è, signore e signori, che l’avidità, non trovo una parola migliore, è valida.
L’avidità è giusta. L’avidità funziona.

L’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo.

L’avidità in tutte le sue forme, l’avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, 

ha improntato lo slancio in avanti di tutta l’umanità.
E l’avidità, ascoltatemi bene, non salverà solamente la compagnia,

ma anche l’altra disfunzionante società che ha nome America.


giovedì 18 marzo 2010

Vecchie Befane

http://img411.imageshack.us/img411/7682/qd6zlcvf.png 

Si vaffanculo anche tu. Vaffanculo io? Vacci tu. Tu e tutta questa merda di città e di chi ci abita.
In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle.
In culo ai lavavetri che mi sporcano il vetro pulito della macchina.
In culo ai Sikh e ai Pakistani, che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti.

Puzzano di curry da tutti i pori, mi mandano in paranoia le narici. Aspiranti terroristi, e rallentate, cazzo.

In culo ai ragazzi di Chelsea, con il torace depilato e i bicipiti pompati,

che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi e te lo sbattono in faccia sul Gay Channel.
In culo ai bottegai Coreani, con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica.

Sono qui da 10 anni e non sanno ancora mettere due parole insieme.
In culo ai Russi di Brighton Beach, mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro te

con una zolletta di zucchero tra i denti, rubano, imbrogliano e cospirano. Tornatevene da dove cazzo siete venuti.

In culo agli Ebrei Ortodossi, che vanno su e giù per la 47ª nei loro soprabiti imbiancati di forfora

a vendere diamanti del Sudafrica dell'apartheid.
In culo agli agenti di borsa di Wall Street, che pensano di essere i padroni dell'universo; quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas - Gordon Gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora.

Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita. E Bush e Cheney non sapevano niente di quel casino?
Ma fatemi il cazzo di piacere! In culo alla Tyco, alla WorldCom.

In culo ai Portoricani: venti in una macchina, e fanno crescere le spese dell'assistenza sociale.

E non fatemi parlare di quei pipponi dei Dominicani: al loro confronto i Portoricani sono proprio dei fenomeni.
In culo agli italiani di Benson Hurst con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant'Antonio, che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi, sperando in un'audizione per I Soprano.
In culo alle signore dell'Upper East Side, con i loro foulard di Hermès e i loro carciofi di Balducci da 50 dollari: con le loro facce pompate di silicone e truccate, laccate e liftate. Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane.


In culo ai negri di Harlem. Non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa, fanno cinque passi per arrivare sotto canestro, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi.

La schiavitù è finita 137 anni fa. E muovete le chiappe, è ora!
In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili,

nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia.

In culo ai preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti.

In culo alla Chiesa che li protegge, non liberandoci dal male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo.
Se l'è cavata con poco: un giorno sulla croce, un weekend all'inferno, e poi gli alleluia degli angeli per il resto dell'eternità.
Provi a passare sette anni nel carcere di Otisville.

In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo.

In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell'eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all'inferno. Stronzi cammellieri con l'asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi.

In culo a Jackob Elinsky, lamentoso e scontento.

In culo a Francis Slaughtery, il mio migliore amico, che mi giudica con gli occhi incollati sulle chiappe della mia ragazza.
In culo a Naturelle Riviera.
Le ho dato la mia fiducia e mi ha pugnalato alla schiena, mi ha venduto alla polizia, maledetta puttana.
In culo a mio padre, con il suo insanabile dolore, che beve acqua minerale dietro il banco del suo bar,

vendendo whisky ai pompieri e inneggiando ai Bronx Bombers.

In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di Soho, dai palazzoni di Alphabet City alle case di pietra di Park Slope e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare, che gli incendi la distruggano, che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi.


No. No, in culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l'hai buttato via, brutta testa di cazzo.



lunedì 15 marzo 2010

Perchè?


http://img251.imageshack.us/img251/1264/t4b9kljk.jpg 

C’è una cosa dentro di te che non conosci e di cui negherai l’esistenza, finchè non sarà troppo tardi per farci qualcosa.
E’ l’unico motivo per cui ti alzi al mattino. L’unico motivo per cui sopporti un capo stupido, il sangue, il sudore, le lacrime.
Questo perché vuoi che le persone sappiano quanto sei bravo, attraente, generoso, divertente, intelligente.
Temetemi o riveritemi, ma per favore pensate che sono speciale.

Condividiamo una dipendenza. Siamo tossicomani dichiarati.
Vogliamo tutti la pacca sulla spalla e l’orologio d’oro, l’hip hip urra del cazzo.
Guardate il ragazzo intelligente con il distintivo, che lucida il suo trofeo. Brillate diamanti impazziti, siamo solo scimmie.
A volte in bei vestiti, che implorano l’approvazione degli altri. Se lo sapessimo non ci comporteremmo così.
Qualcuno ce lo nasconde. E se avessi una seconda possibilità? Chiederesti: “Perché?”


domenica 14 marzo 2010

Oceano di Tempo



http://img97.imageshack.us/img97/6629/l8lr12cw.jpg 

Ho sempre saputo che ti passa davanti agli occhi tutta la vita nell'istante prima di morire.
Prima di tutto, quell'istante non è affatto un istante: si allunga, per sempre, come un'oceano di tempo.

Per me fu lo starmene sdraiato al campeggio dei boyscout a guardare le stelle cadenti,
le foglie gialle degli aceri che fiancheggiavano la nostra strada,
le mani di mia nonna e di come la sua pelle sembrava di carta.
E la prima volta che da mio cugino Tony vidi la sua nuovissima Firebird.

Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo,
ma è difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo.
A volte è come se la vedessi tutta insieme, ed è troppa.

Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare, e poi mi ricordo di rilassarmi
e smetto di cercare di tenermela stretta, e dopo scorre attraverso me come pioggia.
E io non posso fare altro che provare gratitudine, per ogni singolo momento della mia stupida, piccola vita.
Non avete la minima idea di cosa sto parlando, ne sono sicuro, ma non preoccupatevi: un giorno l'avrete.




venerdì 12 marzo 2010

Se Ne Deve Andare


http://img28.imageshack.us/img28/4079/unlm56x2.jpg 

Bhe, potrebbe funzionare.
Potremmo tenerla strafatta e offrire il suo culo  a quelli del convegno antidroga.
Si, è perfetta per la cosa.

Questi sbirri darebbero anche 50 bigliettoni per riempirla di botte e farsela in gruppo.
Possiamo sistemarla in un motel fuorimano, appendere immagini religiose nella stanza,
e scatenare quei maiali contro di lei. La ragazza è robusta, la sfangherà.

Pura e semplice economia, questa ragazza è una manna dal cielo. Ci farebbe tirar su 1000 dollari al giorno.
Sai secondo me può farsene 4 alla volta, se la teniamo imbottita di acido sarebbero 2000 dollari al giorno, forse 3.

Daccordo, stammi a sentire, tra poche ore sarà probabilmente abbastanza lucida
da farsi venire un attacco religioso in nome di Gesù, al confuso ricordo di essere stata sedotta da uno strano, crudele samoano che l'ha nutrita di alcol e lsd.

L'ha trascinata in una camera d'albergo, dove le ha selvaggemente penetrato ogni orifizio
del suo corpicino, col suo palpitante non circonciso membro.

La verità fa male. Andrai dritto alla camera a gas per questa cosa. E anche se riuscissi ad evitarla
ti rispedirebbero nel Nevada per stupro e sodomia consensuale.
No, quella se ne deve andare.




Comando Io

http://img706.imageshack.us/img706/7566/svenstablerjpg.jpg 

Io sono davvero desolato signore, le chiamo un taxi però.

Naturalmente percepivo quello che il portiere diceva in realtà.

Sta a sentire brutta testa di merda, sono stato fottuto a sangue nella mia vita
da una ragguardevole congrega lercia di meschini irascibili poliziotti fanatici delle regole.
E ora, è il mio turno. Perciò vaffanculo agente. Comando io.




Io Sono la Polizia

http://img718.imageshack.us/img718/4395/7g4p6af1.jpg 

Cosa? Oh no, questo no. Aspetta un momento.
No tu non, ehy, ehy, Jake, ehy, Jake, Jake, Jake torna qui
Jake, tu slealissimo pezzo di merda figlio di puttana,
Jake quei soldi mi servono, Jake.
 
Ah, che begli stronzi eh, ok, come volete.
Io metto su un caso contro ognuno di voi.
Non ve la cavate così, Jake.
Pensate di poter fare questo a me?
 
Vi ritroverete tutti a giocare a basket nella prigione di Pelican Bay
quando avrò finito con voi, a cucire le scarpe, negri.
23 ore sottochiave, sono onnipotente in questo posto,
io vi muro tutti vivi, ma con chi cazzo credete di avere a che fare?
Io sono la polizia. Io comando qui, voi ci vivete e basta.
 
Bravi andatevene via, andatevene che è meglio
perchè sto per distruggere questa merda di quartiere.
King Kong non è un cazzo in confronto a me.

Come vi pare, come vi pare, frega un cazzo,
tanto io vinco sempre, io vinco,
io vinco in qualunque modo del cazzo, non posso perdere.
Si potete spararmi, ma non potete uccidermi.
Oh merda, che giornata, ma che cazzo di giornata.


giovedì 11 marzo 2010

Rock'N Roll



Non possiamo fare più finta di niente.
Al confronto dei politici siamo delle mezze seghe, dei conglomerati fecali simil-cilindrici.
Sveglia. Nelle auto blu ci sono più festini che nei nostri backstage.
Le loro intercettazioni sono più porche delle nostre interviste.

Persino le loro madri si vergognano più delle nostre.
Loro sono delle eroiche puttane, delle superpotenze seminali.
E noi, noi cosa siamo diventati: le ragazzette da sposare.
Riprendiamoci i coma etilici, i fetori passionali; dirottiamo sull’edonismo
e smettiamola di fare concerti per salvare le balene.

Torniamo a passare l’inverno a scopare come ricci e l’estate a curarci le malattie veneree.
Solo così riusciremo a riprenderci ciò che è nostro o lasceremo a loro, non solo il potere
ma anche il rock’n roll.


Mutandine col Pizzo



Adesso ti spiego.
I negozi come quello si assicurano pure il culo.
Non dovrebbero fare nessuna resistenza.

Se ti capita un cliente o un'impiegato che si crede Charles Bronson,
afferri la pistola per la canna e glie la sbatti sul naso, cascano come pere mature.
Saltano tutti via, quello casca per terra urlando col sangue che gli schizza dal naso,
se la fanno tutti sotto e nessuno dice più una parola, puoi giurarci.

Se una stronza comincia a romperti il cazzo, la guardi come se stessi per dargli un cazzotto sulla faccia.
Vedrai se non la pianta subito.

Con il direttore è tutta un'altra faccenda invece.
I direttori sanno che è meglio non fare stronzate, però se capita quello che fa lo scemo,
quello che si crede un cowboy, quel figlio di troia devi spezzarlo in due.
Se ti serve un'informazione e non te la da, gli tagli via il dito, il mignolo, e gli dici che dopo toccherà al pollice.
Ti dirà anche se indossa mutandine col pizzo.


Questione di Riflessi

 

I consigli del vecchio Pork Chop Express sono preziosi,
specialmente nelle serate buie e tempestose, quando i fulmini lampeggiano,
i tuoni rimbombano e la pioggia viene giù in gocce pesanti come piombo.

Basta che vi ricordiate cosa fa il vecchio Jack Burton,
quando dal cielo arrivano frecce sotto forma di pioggia e i tuoni fanno tremare i pilastri del cielo.
Sì, il vecchio Jack Burton guarda il ciclone scatenato proprio nell'occhio e dice:


"Mena il tuo colpo più duro, amico. Non mi fai paura"

Qui è Jack Burton, del Pork Chop Express, che parla a chiunque sia in ascolto.
Come dicevo sempre alla mia ultima moglie, io mi rifiuto di guidare più veloce di quanto possa vedere,
e a parte questo è solo una questione di riflessi.

I consigli del vecchio Pork Chop Express sono preziosi,
specialmente nelle serate buie e tempestose, quando qualche maniaco alto due metri e mezzo,
con l'occhio sanguigno vi artiglia il collo e vi pianta l'unica testa che avete contro la parete di un bar
chiedendovi se avete pagato il conto.

Voi fissate a vostra volta il primitivo negli occhi
e ricordatevi quello che il vecchio Jack dice sempre in casi come questi.
Domanda: "Jack hai pagato il conto?".
"Si ti ho spedito l'assegno per posta".

Ragazzi con questo non voglio dire che sono un uomo di mondo
e che la vita per me non ha più segreti, anzi,
sono convinto che il nostro pianeta ci riservi ancora molte sorprese
e che bisogna essere dei deficienti per credere che in questo universo siamo soli.


Momenti di Pace



I momenti di pace, in realtà non esistono.
Nel tempo impiegato a finire questa frase, più o meno 7 persone nel mondo, commettono un errore irreparabile.
Li chiamano i "Darwin Awards".
Alla fine degli anni 70, davano questo tipo di premio a tutti coloro che morivano nel modo più idiota.
Il presupposto è che queste persone compiono azioni talmente stupide, che gia il fatto di sparire dalla faccia della terra
rappresenta un miglioramento del genere umano.


La Crisi è una Crisi della Coscienza



Questi decenni, molto importanti, hanno fatto emergere nella mente della gente l'idea delle rivoluzioni radicali.
La crisi è una crisi della coscienza.
Una crisi che non può far accettare le vecchie norme, i vecchi modelli, le ancithce tradizioni
e considerando quello che è il mondo oggi, con tutta la sua miseria, i suoi conflitti
la sua sconcertante brutalità, le sue aggresioni e così via.

L'uomo è ancora come era in passato: è ancora brutale, violento, aggressivo, avido, competitivo.
E ha costruito una società basandosi su queste linee guida.
Non si può creare alcuna unità di misura efficace del benessere per una società profondamente malata.
Nessuno può essere schiavizzato in modo più desolante di colui che crede falsamente di essere libero.


Gli Esseri Umani Sono un'Infezione Estesa



Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui.
Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie.
Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi.
Tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante,
cosa che voi umani non fate.

 Vi insediate in una zona e vi moltiplicate.
Vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce.
E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca.

C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento.
E sai qual'è? Il virus.
Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta, siete una piaga.


La Vita E' Troppo Breve


Sembriamo tollerare un livello crescente di violenza,
che ignora sia la nostra comune umanità che le nostre pretese di civiltà.
Accettiamo tranquillamente reportage giornalistici di civili massacrati in terre lontane.
Glorifichiamo le uccisioni sugli schermi del cinema e della tv, e lo chiamiamo "intrattenimento"

Troppo spesso giustifichiamo coloro che vogliono costruire la propria vita
sui sogni infranti di altri esseri umani.
C'è poi un'altro tipo di violenza, più lenta ma altrettanto nefasta e devastante
quanto un colpo di fucile o una bomba nella notte.

E' la violenza delle istituzioni, l'indifferenza, l'immobilità e il degrado.
Questa è la violenza che colpisce i poveri e avvelena le relazioni fra gli uomini
perchè hanno un diverso colore della pelle.
E' la lenta distruzione di un bambino per fame
scuole senza libri e case senza riscaldamento d'inverno.

Si toglie all'uomo la sua essenza nel negargli la possibilità di presentarsi come un padre
e come un uomo in mezzo ad altri uomini.
E anche questo colpisce tutti noi.

Quando insegni ad un uomo di odiare e temere suo fratello
quando insegni che l'altro è inferiore a causa del suo colore,
per quello in cui crede o per le sue idee politiche,
quando insegni che quelli diversi da te minacciano la tua libertà
il tuo lavoro, la tua casa o la tua famiglia,
allora impari anche ad affrontare gli altri non come concittadini ma come nemici.
Impari ad essere accolto non con la collaborazione ma con sopraffazione
impari ad essere soggiogato e reso schiavo.


Alla fine impariamo a guardare ai nostri fratelli come estranei.
Estranei con cui condividiamo la città ma non la comunità.
Persone legate a noi dal luogo in cui vivono, ma non da un intento comune.
Impariamo a condividere solo una paura comune
un comune desiderio di allontanarci l'uno dall'altro
una spinta comune a rispondere al disaccordo con la violenza.

Dobbiamo riconoscere la vanità delle false distinzioni, le false distinzioni fra gli uomini
e dobbiamo trovare il nostro modo di crescere nello sforzo di far crescere tutti.
Dobbiamo riconoscere di fronte a noi stessi
che il futuro dei nostri figli non può essere costruito sulle disgrazie di qualcun'altro.

La nostra vita su questo pianeta è troppo breve, il lavoro da fare è troppo grande
per permettere che questo sentimento si diffonda ancora in questo nostro paese.

Di certo non si può cancellare il problema con un programma nè con una legge.
Potremmo però ricordarci, almeno una volta, che coloro che vivono con noi sono nostri fratelli,
e che condividono con noi lo stesso breve istante di vita.


mercoledì 10 marzo 2010

Il Vascello Nero



Delirante, dopo essere quasi affogato, lo vidi! Il Vascello Nero!
Le vele nere di quella nave maledetta contro il cielo giallo delle indie!
E conobbi ancora una volta il tanfo della polvere da sparo. Delle menti umane. Della guerra!

Le onde schiumavano tinte di rosso scarlatto, terribilmente calde nella scia del Vascello.
Disperato rimisi la mia anima maledetta a Dio onnipotente, alla sua grazia e al suo giudizio!

Al risveglio dall'incubo mi ritrovai su una spiaggia tetra, tra i miei uomini. Pezzi dei miei uomini!
Era la sola cosa che potessi fare per lei, la polena.
Per quanto mi avesse trasportato per mari di sangue, il suo umido abbraccio mi aveva impedito di andare alla deriva.
Eppure, potevo offrirle solo questo piccolo conforto.

Uno dei miei uomini giaceva più avanti. Gli uccelli gli consumavano pensieri e ricordi!
- Via! Andatevene via da qui! Andate via!
All'inferno, almeno i gabbiani sono contenti.
Da parte mia, pregai che mi strappassero gli occhi, così da risparmiarmi altri orrori.
Pensavo alla mia famiglia, mia moglie, le mie figlie... vulnerabili!
Non sospettavano nulla, aspettavano il mio ritorno, non immaginavano che la maledizione incombeva su di loro!

Una vela! Ridley mi aveva portato una vela! Poteva essere il mezzo per tornare a David’s town.
Tutto ciò che amavo, tutto quello per cui vivevo,
dipendeva dalla mia possibilità di raggiungere casa prima del Vascello Nero!

Il sole del mattino, non mi trovò meno tormentato.
I corpi dei miei marinai avevano iniziato a gonfiarsi di gas.
Rabbrividii per la mia stessa idea.
E cercai di respingere quel pensiero rivoltante.

Anche nella morte cercavano di fare il loro dovere.
Far stare a galla la nostra nave. Ed io avrei fatto il mio dovere, riportandoli a casa.
Strappando rudemente i miei uomini all'eterno riposo e deponendoli sul letto che avevo preparato,
sperai che mia moglie e le mie figlie fossero sollevate da mani più gentili quando sarebbe toccato a loro!

Aspettai l'alta marea poi salpai verso Est.
A Est, attraverso le acque della notte. A Est, sulle schiere nude di uomini assassinati.
La speranza può essere una cosa orribile!

All'alba arrivarono i gabbiani in cerca della colazione.
Ricordai che non mangiavo da prima del naufragio.
Chiunque noi siamo, ovunque dimoriamo, siamo alla merce degli assassini.

Riconobbi a malapena il mio vecchio amico Ridley.
Non ebbi il coraggio di dirgli che era ridotto a un'orribile ombra di se stesso.
Dovevo assolutamente portarlo a casa prima che peggiorasse. Prima che soccombesse!
Avevo sentito dire che con meno di una pinta al giorno di acqua salata un uomo può sopravvivere.

- Capitano! Che fate capitano?!
- Che faccio?Sto andando a David’s town! Ecco che faccio! Io devo avvertirli! Devo avvertire tutti!
-Ahahaha, pensate davvero di raggiungere David’s town prima del Vascello Nero?
La solitudine vi ha fatto impazzire capitano! Siete diventato pazzo!
- Ma dobbiamo tentare!

- Si siete un pazzo! Soltanto voi siete sopravvissuto all'attacco!
La fortuna vi ha riso e voi che cosa fate? Le sputate in faccia!
Girate questa vostra misera imbarcazione e andatevene lontano, più lontano che potete!
- No! No la mia famiglia, io devo proteggerla!

- Il Vascello Nero è già arrivato! Vostra moglie è morta! Le vostre figlie sono morte!
-Chiudi la bocca!
- Avete deluso la vostra famiglia! Come avete deluso il vostro equipaggio!
Finirete per morire come loro! Darete la vita invano!

- Darò la vita per un nobile intento!
E se anche dovessi fallire, mi consolo al pensiero che rivedrò la mia famiglia in paradiso!
-Paradiso? Non c'è nessun paradiso! Credetemi signore! Io adesso lo so!

Sappiate questo amici miei! L'Ade è umido! L'Ade è solitario!

La zattera diventava sempre più grottesca.
Rispecchiava la mia graduale trasformazione!
Alla deriva, i miei timori più oscuri trovarono campo libero!
Traboccando dalla mente fin nel cuore come nero inchiostro indelebile!

Il Vascello aveva sicuramente già raggiunto David’s Town.
Immaginavo strade tranquille invase dai demoni del Vascello Nero!
Mia moglie e le mie figlie, quasi certamente morte!
Il mio equipaggio morto! La bestia su cui mi trovavo... morta!

Avevo ingoiato troppa acqua salata. Avevo ingoiato troppi orrori.
Dio mi aveva maledetto! Dio ci aveva maledetto tutti!
In verità la vita è un inferno e la rude mano della morte, la nostra unica liberazione!
Non potei sopportare oltre. Volevo riunirmi alla mia famiglia disperatamente!

Perché la morte mi respinge? David’s town! E' David’s town! Ero distante pochi chilometri.
La città senza dubbio era stata invasa.
I demoni si credevano al riparo dalla mia furia!
Ma avevo raggiunto la mia meta e mi sarei preso la mia vendetta!

No, non erano i briganti del Vascello Nero, riconobbi l'uomo, era un usuraio di David’s town.
Se David’s town era stata presa perché i briganti permettevano a questo ribaldo libertà per i suoi appetiti notturni?
Aveva collaborato! Aveva tradito la mia gente! La mia famiglia! Il mio cuore s’indurì!
Mia moglie era stata trattata così prima della sua esecuzione, mentre questo traditore e i pirati ridevano!
La mia decisione fu veloce ma non difficile!

La sua testa esplose come se la colpa contenuta in essa si liberasse tutta di un colpo!
La puttana di un bucaniere non meritava pietà!
Due persone erano uscite dalla città, due dovevano farvi ritorno.
Una sentinella dei pirati, avanzai senza fretta per non far nascere sospetti.

La loro profanazione non si era limitata alla brava gente di David’s città,
aveva inciso in profondità, infettando la mia amata terra!
La mia David’s Town non era più come l'avevo vista l'ultima volta.
Era stata contagiata dalla maledizione del Vascello Nero.

Presto mi sarei avventurato tra uomini malvagi,
macellai che ora dimoravano in casa mia e li avrei costretti ad avere terrore di me!
Tornando a casa trovai le strade fin troppo silenziose,
entrai nella mia vecchia casa senza far rumore,
attento a non svegliare dal loro sonno dissoluto i maledetti assassini che la occupavano.

Inconsapevoli che la morte fosse tra loro avrebbero conosciuto il suo abbraccio scuro senza neanche capire perché!
Uno però era sveglio! Agitato!
Per far si che non svegliasse gli altri, lo aggredii mentre entrava nella stanza ammantata dalla notte!
Non vennero i pirati, ma qualcosa di peggiore!

-Padre...
Fissai dei volti a me familiari tranne che per il loro terrore. Con le labbra gonfie e sanguinati ella si rivolse a me…
-Amore mio perché...

Fui preda di una consapevolezza così immane da non lasciare spazio alla ragione! Fuggii!
La consapevolezza della mia dannazione m’inseguiva celebrando la sua spaventevole vittoria!
Ma la mia deduzione era impeccabile, il Vascello si era diretto a David’s Town, sarebbe già dovuto essere qui...
Alla fine giunsi all'oceano che si estendeva nero e sconfinato di fronte a me.

Come avevo fatto ad arrivare a tanto avendo l'amore, solo l'amore a farmi da guida.
L'usuraio galleggiava ai miei piedi. Un nobile intento mi aveva guidato alle mie atrocità.
La giusta rabbia che aveva nutrito il mio piano ingegnoso e orribile era solo un'illusione.

Dov'era il mio errore? Pensando di riprendere la fuga alzai la testa e lo vidi!
Il Vascello sembrava in attesa, non sul punto di colpire.
Lentamente capii dove mi aveva portato il mio intento innocente e comprendendo m’immersi nelle acque profonde.
L'indicibile verità mi appariva evidente mentre nuotavo verso il Vascello ancorato al largo.

Il suo oscuro albero maestro riempiva il mio campo visivo. A questo mi avevano portato i miei piani ben congegnati.
Il mondo che avevo cercato di salvare era perduto al di la di ogni richiamo.
Venne calata una corda, la afferrai,
e dal ponte soprastante si levo un saluto nero e volgare il cui fetore offendeva il cielo.
Non c'era nessun piano per assaltare David's Town, erano venuti a reclamare l'unico premio a cui dessero valore.
L'unica anima che davvero desideravano! Ero un orrore! E tra gli orrori dovevo dimorare!


Immigrati



Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura.
Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.

Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina.
Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina
ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà,
con toni lamentosi e petulanti.

Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.
Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici
ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.

I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere,
non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare
e quelli che pensano di vivere di espedienti o,addirittura, attività criminali.
Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare.

Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purchè le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia.
Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione.

Da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti
Ottobre 1912


Unica Occasione



Voglio dirti una cosa Mark, una cosa che ancora non sai.
Noi K-Paxiani abbiamo vissuto abbastanza da averlo gia scoperto.
L'universo si espanderà, poi tornerà a collassare su se stesso e poi si espanderà di nuovo,
ripetendo questo processo all'infinito.

Ciò che non sai è che quando l'universo si espaderà di nuovo tutto quanto sarà come adesso,
qualunque errore commetterai in questa vita lo ripeterai nel tuo prossimo passaggio.
Ogni errore che commetterai sopravviverà ancora e ancora, per sempre.

Quindi il consiglio che ti do è di fare le scelte giuste questa volta, perchè,
questa volta è tutto ciò che hai.



Un Minuto alla Volta



Porca puttana, un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli o schiavi coi colletti bianchi.
La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti. Fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono.
Siamo i figli di mezzo della storia. Non abbiamo ne uno scopo ne un posto.
Non abbiamo "La Grande Guerra", ne "La Grande Depressione"

La nostra "Grande Guerra" è quella spirituale, la nostra "Grande Depressione" è la nostra vita.
Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari,
 miti del cinema, rockstar. Ma non è così, lentamente lo stiamo imparando.
E ne abbiamo veramente le palle piene!

Tu non sei il tuo lavoro. Non sei la quantità di soldi che hai in banca.
Non sei la macchina che guidi ne il contenuto del tuo portafogli. Non sei i tuoi vestiti di marca.
Sei la canticchiante e danzante merda del mondo!

Questa è la tua vita, e sta finendo un minuto alla volta.


KGB



Dunque, il punto è questo:
se non riesci ad individuare il pollo nella prima mezzora di gioco allora il pollo sei tu.
Non rischiare mai troppo, tira via quanto basta. Il tuo scopo è vincere bene quando ti va bene,
continua a puntare finchè girano le carte, quando smettono di girare lascia perdere.
Non buttare via i soldi per niente.

Ma alla fine ho capito questo: se stai troppo attento, la tua vita diventa un merdoso tirare a campare.
Il gioco in questione è la "texana" senza limiti di puntata.
Un gioco del genere non si organizza spesso al di fuori dei casinò.
Le puntate alte attraggono i polli col soldo, e questi a loro volta attraggono gli squali!

La gente insiste nel chiamarla fortuna.


Greatest Hits



La prima volta che ho sentito suonare alla radio un mio pezzo.
Papà che mi insegna a nuotare a Butlins.
Il Natale che Liam mi diede l'anello.
La donna che mi chiama eroe a Covent Garden.
La notte che ti ho incontrata.


Beffa di Noi



Cos'è questa guerra stipata nel cuore della natura?
Perchè la natura lotta contro se stessa?
Perchè la terra combatte contro il mare?
C'è una forza vendicativa nella natura?Forse più di una?

Forse gli uomini appartengono a un'unica grande anima.
Tutti ne fanno parte.Tutti volti dello stesso essere.
Un unico grande essere.Tutti cercano la salvezza seguendo il proprio sentiero.
Sei retto?Gentile?La tua fiducia si basa su questo!

Sei amato da tutti,lo sai che lo sono stato anch'io?
Credi che le tue sofferenze saranno minori perchè amavi il bene?
La nostra rovina è di sollievo alla terra.Aiuta l'erba a crescere.Il sole a splendere.
Questa ombra,oscura anche te?Tu hai mai attraversato questo buio?

Questo grande male...da dove viene?Come ha fatto a contaminare il mondo?
Da quale seme,da quale radice si è sviluppato?
Chi è l'artefice di tutto questo?Chi ci sta uccidendo?
Chi ci sta derubando della vita e della luce?Prendendosi beffa di noi.
Mostrandoci quello che avremmo potuto conoscere.

Eravamo una famiglia.Doveva perdersi, separarsi.Ora siamo uno contro l'altro.
Ognuno fa ombra all'altro. Come abbiamo fatto a perdere il bene che c'era stato donato?!
A lasciarcelo sfuggire.A disperderlo,sconsideratamente.
Cosa ci impedisce di allungare la mano,toccare la gloria?!

Un'uomo guarda un'uccello morente e pensa che la vita non sia altro che dolore.
Ma è la morte che ha l'ultima parola, e ride di lui.
Un'altro uomo vede lo stesso uccello e sente la gloria.Sente nascere la gioia dentro di se.
Chi eri tu?Quello col quale ho visuto, camminato.Il fratello? L'amico?

Buio dalla luce, conflitto dall'amore, sono frutto di una sola mente?I tratti di un solo volto?
Oh anima mia…
fa che io sia in te adesso,guarda attraverso i miei occhi,guarda le cose che hai creato.
Tutto risplende.


sabato 6 marzo 2010

Dio



"Dio creò l'uomo a sua immagine", è bello. Schloime a immagine di Dio.
Ma chi l'ha scritta questa frase nella Torah? L'uomo, non Dio, l'uomo.
L'ha scritta senza modestia, paragonandosi a Dio.
Dio forse ha creato l'uomo, ma l'uomo, l'uomo il figlio di Dio, ha creato Dio solo per inventare se stesso.

L'uomo ha scritto la Bibbia per paura di essere dimenticato, infischiandosene di Dio.
Rabbino noi non amiamo e non preghiamo Dio, ma lo supplichiamo, lo supplichiamo perchè ci aiuti a tirare avanti.
Cosa ci importa di Dio per come è, ci preoccupiamo solo di noi stessi.
Allora la questione non è solo sapere se Dio esiste, ma se noi esistiamo.